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Il progetto

Il progetto che ha avuto come esito la realizzazione del portale LILLIT - Libri illustrati italiani si è posto l’obiettivo di realizzare una ricognizione più ampia possibile delle edizioni italiane a stampa dei secoli XVI-XVIII che contengono illustrazioni o incisioni, sia come corredo ed esplicazione dei testi, sia come ornamento delle pagine paratestuali, frontespizi e antiporte. Sono state escluse dalla ricognizione le edizioni che offrono soltanto fregi, frontalini e finalini usuali e poco significativi.
Diverse monografie sono state dedicate nei decenni scorsi ad illustrare la presenza di frontespizi incisi e antiporte in edizioni italiane (ad esempio, Barberi, Boffito), o ad una ricognizione generale (Pallottino), oppure alla presentazione di particolari tipologie di edizioni (ad esempio, Morazzoni e Pettoello). Mentre gli studi sulle singole stampe prodotte per i secoli XVI-XVIII dai principali disegnatori e incisori italiani e stranieri sono stati facilitati dall’esistenza di importanti repertori che coprono l’intera produzione, nei quali vengono analizzate le caratteristiche tecniche e artistiche delle singole stampe (ad esempio Bartsch e i supplementi di Passavant e Vesme, Vasari, Baldinucci, Gori Gandellini, Hind), lo studio del libro a stampa illustrato, per gli stessi secoli, non ha potuto contare su strumenti avanzati e pressoché completi che facilitassero le indagini degli studiosi e soddisfacessero la curiosità degli interessati. Si avvertiva la mancanza di un repertorio il più possibile completo, che offrisse una panoramica delle edizioni italiane a stampa edite tra il XVI e il XVIII secolo fornendo le informazioni sulle tipologie di illustrazioni, sulle tecniche di incisione adottate, sui nomi dei disegnatori, degli incisori e degli ideatori.
Il progetto è stato approvato e finanziato da Sapienza Università di Roma nel dicembre del 2020 con il titolo Engravings in the early modern Italian printed books: a bibliographic tool and a cultural web portal. All’atto della presentazione partecipavano al progetto Maria Teresa Biagetti (Principal Investigator), Gemma Donati, Fabio Patrizi, Francesca Nemore, Stefano Marconi, Annalisa Anastasio e Marianna Morreale, ai quali si sono aggiunti successivamente altri ricercatori.
La ricognizione delle edizioni che presentano illustrazioni e incisioni è stata realizzata prendendo in considerazione sia fonti catalografiche che fonti monografiche. Per quanto riguarda le fonti catalografiche, grazie alla collaborazione dell’Istituto centrale per il catalogo unico e per le informazioni bibliografiche (ICCU) del Ministero della cultura (MIC), abbiamo potuto utilizzare i record presenti nella base di dati Edit 16 e nell’OPAC del Servizio bibliotecario nazionale per i secoli XVII-XVIII, frutto della catalogazione partecipata realizzata dalle biblioteche durante diversi decenni. Nella maggioranza dei casi, i record catalografici presenti negli OPAC non forniscono informazioni dettagliate circa la presenza di illustrazioni nelle edizioni a stampa, circa la tipologia delle illustrazioni stesse e soprattutto circa le tecniche di incisione utilizzate, e solo in un numero limitato di casi offrono i nomi dei disegnatori, degli ideatori e degli incisori. Per realizzare questo progetto abbiamo lavorato sui record che ci sono stati forniti da ICCU nel febbraio 2021, quindi sui dati contenuti nei record catalografici che erano presenti a quella data, e non abbiamo potuto considerare, se non occasionalmente, le aggiunte, le correzioni, le integrazioni e i miglioramenti apportati dall’Istituto successivamente al febbraio 2021.
Le edizioni sono state verificate seguendo diverse strategie. La gran parte di esse è stata controllata attraverso il reperimento delle copie digitali esistenti in rete; una parte è stata esaminata attraverso la visione autoptica presso alcune biblioteche romane e per una piccola parte si è fatto ricorso alla collaborazione delle biblioteche non romane che possiedono una copia a stampa e che hanno fornito le informazioni richieste (vedere Il gruppo di ricerca). Queste biblioteche hanno fornito informazioni circa la presenza di antiporte, frontespizi incisi, vignette ecc., ma non sono responsabili del rilevamento delle tecniche d’incisione.
Il progetto si focalizza sulla presentazione e sulla descrizione degli aspetti illustrativi delle edizioni, e l’obiettivo del lavoro del gruppo di ricerca è stato in primo luogo fare una ricognizione delle edizioni italiane a stampa che presentano illustrazioni silografiche o calcografiche, individuare le tipologie di illustrazioni presenti e le tecniche di illustrazione o di incisione adottate. L’individuazione delle edizioni da censire è stata realizzata attraverso il reperimento di copie digitali presenti in rete, facilmente visionabili, e attraverso la descrizione autoptica di un limitato numero di edizioni presenti nelle biblioteche romane. Attraverso la visione delle copie digitali abbiamo potuto desumere l’esistenza di antiporte, frontespizi incisi, vignette, capilettera significativi, illustrazioni infratestuali, reperire i nomi dei disegnatori e degli incisori e rilevare le tecniche d’incisione adottate. Tutte queste informazioni, rilevate dal gruppo che ha curato il progetto, vengono offerte sul portale LILLIT accanto ai dati catalografici necessari ad identificare l’edizione, e che provengono dai record forniti da ICCU.
Per il rilevamento delle tecniche d’incisione, in particolare per le edizioni dei secoli XVII-XVIII, ci siamo avvalsi della competenza specifica di Eleonora Pischedda, che ha verificato la maggior parte delle copie digitali. È stato significativo anche il contributo degli esperti dell’Istituto centrale per la grafica (MIC), Lucia Ghedin, Fabio Ascenzi e Matteo Maria Borsoi, ai quali abbiamo fatto ricorso per identificare alcune tecniche impiegate e risolvere i casi di difficile identificazione.
Le fonti monografiche (vedere Repertori) sono state utilizzate in molti casi per integrare le informazioni reperite attraverso l’esame di copie digitali, oppure per descrivere tipologie librarie per le quali generalmente non si dispone di una copia digitale, ad esempio i libri d’occasione editi a Venezia nel Settecento. Ma sono state impiegate anche per controllare la presenza di alcune tipologie di illustrazioni o per verificare alcune tecniche di incisioni per edizioni non disponibili in copia digitale in rete e non presenti nelle biblioteche romane.